Risultati XI Edizione Concorso letterario Comune di Giovo
- 1° premio Sarà. La Regina del regno dell’Uva di Maria – Rosaria Fonso – Adria (RO)
Motivazione: “Sarà – la Regina del regno dell’Uva” attraverso un’articolata serie di flash ci conduce per mano nel meraviglioso mondo della campagna, dove la vendemmia è allo stesso tempo lavoro, festa, unione famigliare. Numerosi sono gli spunti di riflessione presentati in un’unica lunga e armonica frase: la vita rurale, le storie di vigna e di vino, i rapporti con la famiglia, i sentimenti legati al ritorno nella propria terra d’origine e della nostalgia. Il tema del concorso è pretesto felicemente interpretato per sviluppare il complesso rapporto tra padre vedovo e figlia orfana di madre.
“Sarà – la Regina del regno dell’Uva” è un racconto d’amore, di profondo e sincero amore, disinteressato e totale che ha convinto la giuria per l’originalità della forma, il lessico appropriato e la delicatezza nel fotografare vicende intime che hanno segnato per lungo tempo i protagonisti.
- 2° premio Occhi magici di Rita Mazzon – Padova.
Motivazione: “Il mio nonno aveva gli occhi magici. Dentro ci si poteva vedere la sua campagna verde e poi in un attimo diventavano d’oro. Erano occhi cangianti, perché raccoglievano in sé tutte le sfumature della terra”.
È soprattutto la capacità immaginifica di questo racconto, la potenza evocativa delle metafore che ne costituiscono l’intreccio – espresse attraverso uno stile di scrittura elegante – che ce l’ha fatto scegliere.
Quella proposta è, infatti, solo una delle tante immagini che si rincorrono nel testo. Tutte sembrano convergere verso quegli “occhi magici” del nonno, capaci di intessere storie che vanno oltre il diacronico scorrere del tempo: occhi che sanno diventare guida e specchio, fatica e riposo, alternanza di giorno e notte, capacità di guardare al mondo e alle cose con empatia ma anche con la giusta distanza per non compiere scelte affrettate. A tratti si distendono in pause liriche in cui si fa strada l’invito ad ascoltare “il respiro delle cose”, ed allora la memoria del passato diventa forza viva del presente.
La figura del nonno non è mai venuto meno. La sua saggezza vive nel nipote ed è quella trasmessa dalla Natura e dal suo lungo corso, quella che a volte fingiamo di non sentire.
- 3° premio Vigneti fra la nebbia di Emilia Fragomeni – Genova
Motivazione: E’ un ricordo dolce, che oscilla tra nostalgia e desiderio di futuro speranzoso, quello che esce dalla narrazione che si dipana tra sensazioni presenti, lettere passate, parole mai dette e pensieri proiettati al futuro. Una narrazione lieve ma intensa che riesce a descrivere con trasporto una terra “amata in modo viscerale”, una terra in cui “declivi, chiome e fronde dei vigneti” si possono abbracciare non solo con lo sguardo, ma anche con il cuore.
Le parole del racconto superano le barriere dello spazio e soprattutto del tempo, portando ad un incontro speciale tra nonno e nipote che avviene nel luogo dell’anima. In un luogo, ovattato come i “vigneti fra la nebbia”, dove abitano ricordi e sentimenti, dove si intrecciano storie di vita con storie di viti, di uva e di vino.
Perché il vino, in qualunque posto del mondo, nonostante le infinite sfaccettature e diversità che lo rendono unico, ha una caratteristica comune: che entra a far parte indissolubilmente della vita di chi lo produce, perpetuando riti, tradizioni e ricordi da generazione a generazione.
- Premio A.P.T. Pinè-Valle di Cembra – Radici di Biancamaria Furci – Bologna
Motivazione: L’antico espediente retorico della personificazione di un soggetto narrante inanimato – la vite – si sposa ad un effetto suspense gradevole e stimolante, maneggiati entrambi con sapienza. Lo stile elaborato e la complessità della struttura del racconto non intaccano tuttavia la fluidità della narrazione, che procede spedita in una carrellata di immagini. Una sorta di galleria fotografica nel tempo e nello spazio, che tratteggia la storia e la geografia di una valle, fissando il legame secolare tra terra, uva, vino, uomo.
Al confine tra realismo e fantasia, in un surreale volo pindarico, il racconto fluttua leggero “come il vento (che) soffia tra i filari”.